Bacini di montagna, scontro sulle acque. “L’Enel non può dire che va tutto bene perché la realtà ce l’abbiamo sotto gli occhi ogni giorno e non è affatto quel paradiso che la società elettrica vuole presentare” spiega Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia dopo che l’Enel ha respinto l’appello di Coldiretti e Legambiente a liberare le risorse idriche imprigionate nei bacini di montagna usati per le centrali idroelettriche.
“Il problema esiste ed è inutile nasconderlo – aggiunge Prandini – basta vedere i numeri. Prendiamo ad esempio gli invasi a monte del lago di Como: dal 17 giugno al 19 agosto, quindi nel periodo in cui la siccità è cresciuta ed è esplosa in tutta la sua potenza, i bacini alpini dell’Adda hanno immagazzinato acqua passando da 231 a 276 milioni di metri cubi. E se guardiamo i livelli dei laghi lombardi, la situazione non è così regolare come l’Enel sembra voler rappresentare”.
Il lago d’Iseo è a meno 5,5 centimetri sotto lo zero idrometrico contro i più 29,4 centimetri del 2011, il lago di Garda è a 61,8 centimetri contro gli 88 dello scorso anno, il lago Maggiore è a 28 centimetri contro i quasi 91 dello stesso periodo del 2011.
“L'anno scorso le aziende agricole hanno comunque sofferto di una costante diminuzione di risorse idriche – spiega Prandini- chiediamo il rispetto delle leggi esistenti per le quali la produzione agroalimentare viene prima di quella energetica. Anche perché i danni della siccità alla fine se li caricano sulle spalle l’agricoltura e i fiumi, non certo i gestori delle centrali idroelettriche. E’ vero che esiste una cabina di regia dove diverse realtà si parlano per la gestione degli invasi idrici, ma se quando serve, l’acqua non arriva o non è sufficiente, allora vuol dire che c’è qualcosa da sistemare e non che va tutto bene. Servono risultati, non parole”.